Non affrontare sino ad oggi un emergenza ambientale che è ormai diventata di portata “internazionale”, (l’emergenza rifiuti in regione Campania) è stata una scelta dettata solo dalla consapevolezza che scrivere nel merito ci avrebbe potuto far cadere nella trappola della polemica e della critica, visto il profondo legame che abbiamo con quest’area del paese. Tuttavia lo scempio che su di esso è stato perpetrato e si continua a perpetrare (C.V.D), sentiamo richieda l’intervento di tutti coloro che possano dare un contributo, non solo di giornalisti, ma anche e sopratutto di tecnici del settore e della comunità civile (in questo caso della web community).
Il recente servizio, andato in onda su RAI 3 Domenica 9 Marzo, nella trasmissione “report” a cura dell’ottimo Bernardo Iovene, ha messo in luce (in chiave giornalistica) una serie di aspetti delicati che vanno oltre l’emergenza rifiuti in Campania, che non possono lasciarci indifferenti. Non si è trattato solo di evidenziare una situazione di stallo della raccolta dei R.S.U. (rifiuti solidi urbani), con tutto ciò che oramai l’informazione mondiale ha reso pubblico, ma di mettere in luce una serie di rischi per la salute umana ben più pericolosi e ancora nascosti all’attenzione dei media.
Informazioni relative alle vicende politiche (ed oggi anche giudiziarie) che hanno portato la Regione Campania in questo stato di emergenza possono essere reperite (ottimamente) sul link di wikipedia emergenza rifiuti in Campania.
Parliamo degli innumerovoli siti nei quali sono state stoccate sostanze tossiche o comunque nocive per la salute umana, per le colture, per le acque superficiali e profonde. Il più delle volte la presenza di questi “rifiuti” così pericolosi è stata occultata così bene da essere ignorata anche da coloro che vivono nelle immediate vicinanze.
Altre volte la “scarsa conoscenza” degli effetti pericolosi di tali sostanze, sulla salute, non mette in allarme le persone a conoscenza di siti di stoccaggio abusivi, che magari vivono nelle immdiate vicinanze. Questi non segnalandone la presenza alle autorità competenti diventano purtoppe inconsapevoli vittime degli effetti nocivi. Altri ancora, i casi di aziende agricole o dedite alla zootecnica che nel timore di vedersi sequestrare i fondi non denunciano situazioni pericolose per la salute umana e dei capi di bestiame. Spesso non consapevoli delle strade giudiziarie percorribili per essere risarciti del danno subito, laddove perseguibile.
Da quì la scelta del nostro web magazine, che si occupa di sviluppo sostenibile, di aprire uno osservatorio permanente in tema di siti contaminati, nell’ambito del quale sarà possibile per la web community segnalare (anche in forma anononima):
- la presenza di discariche abusive;
- l’attività di abbandono di rifiuti sul suolo;
- i siti nei quali i rifuti (R.S.U. o di altra provenienza) non sono rimossi da almeno 1 anno;
- analisi delle acque dei pozzi ad uso irriguo a servizio delle colture;
- siti con presenza di rifiuti pericolosi;
- incidenza di malattie tumorali superiore alla media Italiana, per unità territoriali o familiari.
- scarichi in corsi d’acqua superficiali o profondi;
- tutto quanto possa essere rilevante per la tutela dell’ambiente.
Al fine di dare voce a coloro che intendono denunciare scempi ambientali usando il nostro magazine, chiediamo che ci sia fornita, laddove esiste, oltre alla documentazione fotografica, tutte le possibili indicazioni necessarie alla pubblicazione di un articolo. Sulla scorta della documentazione fornita sarà possibile valutare la pubblicazione.
Consapevoli del potere divulgativo del web e degli strumenti a disposizione per segnalare tempestivamente alle autorità competenti come L’ARPAC, speriamo che il nostro contributo possa arginare ulteriori processi di devastazione dell’ambiente, frenando, laddove rilevati, grazie all’ausilio degli organi competenti, inutili allarmismi.
Il testo delle segnalazioni che si intende rendere pubbliche può essere anticipato anche nella casella dei commenti sottostanti, inviando comunque la documentazione fotografica all’indirizzo ambienteingegnere@gmail.com. Le altre segnalazioni possono essere inviate mediante posta elettronica allo stesso indirizzo e mail.
Segnalazioni: ambienteingegnere@gmail.com
Riteniamo che un webmagazine che si occupa di Ingegneria Civile, Ambiente e Sviluppo Sostenibile non si può esimere dall’offrire un contributo tecnico e divulgativo per affrontare e risolvere efficacemente uno stato di emergenza come questo.
La redazione di ambienteingegnere
2 commenti
NonSoloZapatero · Aprile 1, 2008 alle 11:32 pm
Questo post è stato aggregato su NonSoloZapatero.it, l’aggregatore del web sociale e socialista.
chimicionline · Aprile 9, 2011 alle 3:42 pm
Molto interessante questo post!