I dati Dell ISPRA sull’inquinamento nel 2018, nelle province Campane, fanno fare più di una riflessione su alcune vicende COSTANTEMENTE sotto i nostri “occhi”.
Al 10 dicembre 2018 (stime preliminari), le città che hanno oltrepassato il limite giornaliero per il PM10 (particolato sospeso nell’aria avente diametro minore di 10 micron), per più di 30 giorni, sono Avellino; Il capoluogo irpino supera la soglia per 39 giorni, segue Napoli con 30, Caserta con 27, Benevento con 12 e Salernocon appena 4. Nel 2017 furono 29 i giorni in cui venne superata la quota limite nel capoluogo sannita.
Tra le tabelle pubblicate da ISPRA e SNPA, anche quella relativa alle perdite idriche reali delle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile nei 120 Comuni negli anni 2015-2016 (valori percentuali sul volume immesso in rete), calcolate al netto delle perdite idriche apparenti, ovvero escludendo la stima degli errori di misura dei contatori e dei consumi non autorizzati; tali perdite rappresentano la quota percentuale del volume immesso in rete che viene effettivamente dispersonell’ambiente a causa della vetustà delle tubazioni, rotture nelle tubazioni, giunzioni difettose o ulteriori inefficienze dell’infrastruttura.
Nella sola città di Benevento nel 2015 si “perdeva” il 28,9% d’acqua, nel 2016 il valore è cresciuto fino a raggiungere il 44,8%. Nelle altre province campane non va meglio: nel 2016 si sono perse, rispetto all’anno precedente maggiori quantità d’acqua. A Napoli il 41,1%, ad Avellino il 47,5%, a Caserta il 58,1% e a Salerno il 58,3%.
Dati che urgono valutazioni politiche in termini di costi benefici economici ed ambientali.