“I lavori per il primo ponte (853 m di campata centrale, 1524 metri di lunghezza complessiva per 12 di larghezza) iniziarono il 23 novembre 1938 e la struttura fu aperta al traffico il 1º luglio 1940.

Verso le 10 del mattino del 7 novembre 1940 – a causa del forte vento – iniziò la torsione della campata centrale del ponte, che collassò un’ora e dieci minuti dopo. Le immagini del disastro furono riprese da un docente di ingegneria che stava studiando i movimenti della struttura.

L’ingegnere italiano Giulio Krall fu il primo a trovare una spiegazione del crollo e calcolò la velocità critica del vento sulla struttura in 67 km/h, praticamente coincidente con la effettiva velocità del vento che causò il disastro. Le cause del crollo furono attribuite alle “vibrazioni autoeccitate” indotte dal distacco periodico di vortici di von Kármán (fenomeno di instabilità aeroelastica detto anche flutter). Infatti, sotto l’azione di un vento costante di circa 42 nodi, la scia dei vortici di von Kármán trasmetteva alla struttura delle coppie torcenti pulsanti alla stessa frequenza torsionale del ponte, innescando così un fenomeno di risonanza con ampiezze via via crescenti e non compensate da un adeguato smorzamento.”  (Cit. Wikipedia)

E’ il contributo piu’ importante che l’ingegneria civile ha mai avuto sullo studio del comportament dei ponti. Un vento in grado di mandare in “risonanza” (torsionale) la struttura  ha fatto crollare in poche ore un’opera che aveva la terza campata piu’ lunga del mondo (dell’epoca).

 

Percorro ogni giorno un ponte strallato e nelle giornate ventose riesco a percepire le piccole oscillazioni alla guida del mio veicolo.Quando la velocita’ del vento supera le 60 miglia per ora, il ponte viene chiuso, per questioni di sicurezza della circolazione (oscillazioni consistenti).

Mai sottovalutare le azioni del vento e i fenomeni di risonanza che possono innescarsi sulle strutture.


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