Torniamo a scrivere di BOB, lo facciamo invertendo solo l’ordine delle parole nel titolo. Rispetto a quello dell’ultimo post pubblicato, (SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO E(‘) BONIFICA DA ORDIGNI BELLICI), questa volta, al primo membro (prima dell’ex congiunzione) abbiamo posto la BOB ed al secondo la SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.
L’idea di questo gioco di parole, nasce, non perchè siamo a corto di fantasia o di argomenti su cui postare, ma dal contenuto di una mail ricevuta all’indirizzo del sito ambienteingegnere@gmail.com, da parte di Massimo Morici, Direttore Generale di STRAGO S.r.L., società Leader in Italia nell’ambito della Bonifica da Ordigni bellici, in relazione all’ultimo articolo pubblicato sul nostro web-magazine proprio in tema di BOB.
Una mail che costituisce una conferma non da poco, molto importante, che oltre a condividere il contenuto del precedente articolo, sottolinea alcuni altri importanti punti che riteniamo importante evidenziare, pubblicandola integralmente…
“Il grosso equivoco che fino ad oggi ha caratterizzato le operazioni di bonifica da ordigni bellici per i siti dove insistono le grosse opere infrastrutturali è quello che tale bonifica venisse eseguita a tutela dell’opera stessa e non a salvaguardia delle maestranze che la realizzavano. Tutto ciò, assieme al fatto che, ancora oggi non esiste una legge che regolamenti l’esecuzione della bonifica da ordigni bellici, ha fatto sì, che la decisione di eseguirla dipendesse unicamente dalla assunzione o meno di responsabilità da parte del RUP o della D.L.. dell’opera che si andava a realizzare.”
E ancora continua…
Se invece si considera che il rischio di ritrovamento di ordigni residuati bellici è altissimo (vedi statistiche ritrovamenti durante operazioni di bonifica e non) e che tali ordigni, che se pur vero che per 50 anni dimenticati sotto terra non hanno costituito alcun pericolo, sollecitati durante operazioni di scavo senza alcuna cautela diventano delle armi micidiali e pericolosissime, è da ritenersi la bonifica da ordigni bellici sicuramente rientrante nella valutazione rischi da fare in base alla normativa vigente sulla sicurezza dei lavoratori nella redazione del PSC. A valle di tutto ciò è ovvio che la bonifica da ordigni bellici secondo me deve essere prevista in prima battuta a tutela delle maestranze e poi eventualmente a tutela dell’opera che si realizza.
Questo ultimo passaggio, condiviso in toto, ci ha confermato quasi “matematicamente” l’uguaglianza anche a membri invertiti rispetto a quella da cui eravamo partiti (SICUREZZA = BOB), BOB = SICUREZZA.
Siamo lieti che anche una società di grandissima esperienza nel settore come la STRAGO S.r.L, condivida con noi l’esigenza e l’urgenza di una norma chiara in materia; dimostrando grande attenzione non solo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche alla grande cassa di risonanza che è il web (non ancora recepito da tanti come un ambiente valido ed insostituibile, per uno scambio istantaneo di informazioni e di confronto per l’avvio di cambiamenti importanti, su tematiche sociali, politiche e tecniche come questa).
E’ proprio il caso di dire “bomba o non bomba”, occorre integrare il D.Lgs 81/08, stabilendo (come già evidenziato nell’articolo precedente) criteri condivisi con ISPESL, Reparti Militari competenti, Tecnici e Imprese operanti nel settore della sicurezza nei luoghi di lavoro e della Bonifica Ordigni Bellici. Tale integrazione in materia di Bonifica, deve stabilire a NS avviso, delle regole che garantiscano prima di tutto la sicurezza dei lavoratori operanti a vario titolo nei cantieri e poi un quadro normativo chiaro che stabilisca onori ed oneri per committenti, tecnici, e datori di lavoro delle imprese coinvolte nelle lavorazioni.
Innescare dunque l’integrazione al D.lgs 81/08… per una norma sulla sicurezza dei lavoratori a prova di “BOMBA“.
1 commento
Giovanni Lafirenze · Dicembre 3, 2009 alle 8:50 am
Rinvenuta a Marghera (VE) una bomba d’aereo di nazionalità americana (500 lb), nei pressi del Parco Scientifico Tecnologico (Vega). L’ Immobiliare Complessi Srl Centro Parisi con sede a Venezia è l’impresa incaricata per la costruzione di nuove strutture, ma prima di procedere nei lavori, delega la ditta Mario Biotto di Camponogara (VE) specializzata in bonifiche belliche. Il rinvenimento è stato segnalato ai Carabinieri di zona.